23 ottobre 2016

Il trenino raffreddato

Per chi non si vuole coprire in inverno (età 1-3 anni)


C'era una volta un trenino tutto rosso che lavorava in una piccola ferrovia fra la pianura e la montagna.
Ogni giorno portava tante persone su in montagna facendo una grande salita, e poi le riportava a casa quando arrivava la sera.
Era molto contento del lavoro che faceva perché sapeva che senza di lui tante persone non sarebbero riuscite a raggiungere la cima della montagna.


Il trenino in stazione è diretto sulle montagne


Si stava avvicinando l'inverno, e il trenino fece presente al capo stazione che in montagna faceva già un bel freschino.
"Quando arrivo in montagna, tutto sudato per la salita, prendo sempre freddo. Potete fare qualcosa per aiutarmi a non ammalarmi?"
Ma il capo stazione gli rispondeva che lui era un treno, e che doveva abituarsi allo sbalzo di temperatura. E che comunque non c'era niente da fare contro il freddo.
Così dopo pochi giorni al trenino venne un grosso raffreddore, e con il camino tutto congestionato non riusciva a sbuffare il fumo fuori dalla locomotiva, e faceva tanta fatica a salire in cima alla montagna.


Il trenino è tanto raffreddato


Una fredda mattina di inverno, allora, decise di non lavorare più.
"Basta, io faccio sciopero!" disse il trenino colorato.
Le persone che erano in stazione erano veramente disperate, e cercarono di convincerlo a partire ugualmente.
"Per piacere!" diceva Camilla, una simpatica ragazza, "Devo raccogliere la neve per farmi una bella granita con la menta!"
Ma non servì a niente.
"Ti prego!" diceva Iury, un ragazzo sportivo, "Devo andare a sciare per allenarmi per la gara!"
Ma nulla.
"Per favore!" diceva il fattore Giuliano, "Devo portare il fieno alle mie mucche in montagna!"
Ma anche questo non servì a niente.


Le mucche di Giuliano aspettano il fieno

Finchè una signora si avvicinò alla locomotiva e parlò con il trenino.
"Tutti ti dicono quali sono le loro esigenze, ma nessuno chiede a te quali sono le tue. Perché scioperi, caro trenino? Cosa ti manca? Cosa ti serve?"
Il trenino era finalmente ascoltato, e rispose alla signora gentile:
"Ogni volta che salgo in montagna, dove fa più freddo, prendo un bel raffreddore. Sono tanto stanco di ammalarmi e nessuno fa niente per aiutarmi. Ora sono proprio stanco… etciù!"
La signora ci pensò su un secondo e poi disse:
"Se è solo questo il problema, io ho la soluzione giusta per te! Dammi qualche minuto"
E si allontanò.
Dopo circa una mezz'ora la signora tornò con un grosso pacchetto in mano.
"Ecco, è per te, l'ho appena fatto! Spero che ti piaccia!"
E tirò fuori dal pacchetto una lunghissima sciarpa rossa a righe bianche, e un caldissimo cappello rosso con un enorme pon pon bianco.


Ecco il cappello e la sciarpa preparati dalla signora per il trenino

Il trenino non credeva ai propri occhi.
"Su, provali! Guardiamo se ti stanno bene" disse la signora.

La sciarpa e il berretto calzavano alla perfezione.
Il trenino era così felice di avere una vera sciarpa e un vero berretto tutti per sé che fischiò a lungo per la gioia.
"Tuuuuuuu! Tuuuuuuuu! Tutti in carrozza!" esclamò il trenino con gioia.
E tutte le persone che erano in stazione si girarono a guardarlo, e fecero un grande applauso mentre lui sbuffava fumo bianco dalla piccola ciminiera e indossava un cappello e una sciarpa lunghissima.



Il trenino con sciarpa e berretto ora è felice

E così tutto tornò alla normalità, e Camilla poté bere la sua granita, Giuliano poté dare il fieno alle sue mucche e Iury poté andare a sciare per allenarsi.
E la signora che aveva fatto la sciarpa?
Oh, lei salì al suo posto, sul treno, e strinse a sé una grossa scatola di biscotti fatti da lei.
Doveva portarli al suo nipotino che la aspettava a braccia aperte su in montagna, e che era tanto raffreddato.
Assieme ad un berrettino e una sciarpa nuova tutti per lui, perché quando fa freddo sono la cosa migliore per non ammalarsi.
Parola di trenino!

Fiaba e  testo: Rachele
Disegni: Dede

Il taxi piccolo

(età 1-3 anni)

C'era una volta un taxi piccolo piccolo.
Era così piccolo, ma così piccolo, che dentro non ci entravano le persone normali, ma soltanto quelle molto piccole.
Questo taxi piccolo sognava di diventare grande, e ogni volta che vedeva una macchina grossa sospirava e diceva "Oh, come vorrei essere grande, grosso e bello come lei!"

Un giorno il taxi piccolo piccolo aveva caricato un bambino piccolo con il suo cagnolino piccolo e li stava portando a fare un giro per la città.
Ad un certo punto si fermarono ad un semaforo rosso.
Davanti a loro c'era una macchina enorme! Bellissima! Tutta lucida e colorata!
Il taxi piccolo piccolo disse a voce alta "Oh! come vorrei essere grande, grosso e bello come te!"
La macchina si girò ma non vide nessuno.
"Chi ha parlato?" chiese.
Allora il taxi piccolo piccolo rispose "Io! Sono io che ho parlato! Sono qui dietro di te!"
La macchina si girò ancora. Guardò a destra, a sinistra, ma non vide ancora nessuno.
"Sono qui! Sono io! Guarda più in giù, sono qui sotto!" gridò il taxi piccolo piccolo tutto emozionato.
Allora la macchina guardò a destra, a sinistra, in alto e in basso… e vide il taxi piccolo piccolo che la guardava ammirato e faceva segnali con i fanali per farsi notare.
La macchina lo vide e lo ignorò, e non appena scattò il verde partì rombando forte con il motore, e fece una nuvola di fumo nero che ricoprì tutto il taxi piccolo.
Così il taxi piccolo piccolo iniziò a tossire per il grande fumo "Cofh! Cofh!"
E il bambino piccolo, nel taxi piccolo, tossì pure lui "Cofh cofh! Cofh cofh!"
E il cagnolino piccolo del bambino piccolo nel taxi piccolo piccolo tossì con la tosse dei cani "Buf! Buf! Buf!"

Il taxi piccolo ci rimase così male, che disse "Ecco, se diventare grandi e grossi e belli significa essere antipatici ed altezzosi, allora preferisco essere piccino come sono, ed essere educato e gentile con tutti!"
Da quel giorno il taxi piccolo piccolo non desiderò più essere diverso da com'era, perché aveva capito che la cosa più importante è essere amati e avere buoni amici, e che la bellezza da sola non serve a nulla.

22 ottobre 2016

Dentino e i suoi amici #2: un grosso spavento

(età 4-8 anni)

Uno di quei giorni, i quattro amici decisero di andare a fare una gita al Fiume Azzurro.
Non sapete che cos’è il Fiume Azzurro?
Non tanto distante dal posto dove abitavano, c’era una grande vallata circondata da rocce rosse, chiamata la Valle Misteriosa.
Questa valle era proibita a tutti i piccoli dinosauri perché era molto pericolosa. Ma prima di arrivare alla Valle Misteriosa c’era un ruscello che scorreva fra insenature e cespugli pieni di fiori.
I due fratelli triceratopi erano erbivori, che vuol dire che si nutrivano di foglie, frutta ed erba, e a differenza di Dentino e Donte che erano carnivori, non vedevano l’ora di assaggiare tutto quel bendidio.

Così s’incamminarono tutti e quattro di buon mattino, e prima di pranzo erano arrivati al ruscello.
La camminata gli aveva fatto venire fame, e i dinosauri erbivori mangiarono a crepapelle: foglie tenerissime, fiori profumati ed erbetta fresca.
Invece Dentino e Donte li guardavano con lo stomaco che brontolava sempre di più dalla fame.
“Ma come si fa a mangiare quella roba?” si chiedevano affamati. “E’ difficile anche solo masticarla!”
E’ vero: per Dentino e Donte era impossibile masticare l’erba, perché solo gli erbivori hanno i denti adatti: devono essere grossi e piatti per triturarla e sminuzzarla per benino.
Invece Donte aveva il becco, e Dentino dei denti aguzzi che non avrebbero potuto masticare nemmeno una margherita.

Così andarono a fare due passi lungo il ruscello, e notarono che nell’acqua si muoveva qualcosa di grosso e veloce.
Ma quelli erano pesci!
Dentino aveva sentito parlare dei pesci ma non li aveva mai assaggiati; per curiosità decise di provare a catturarne uno.
Tenne le zampe posteriori fuori dall’acqua e si sporse sul ruscello, e quando vide passare sotto di sé un pesce luccicante, lo attaccò con le sue zampette anteriori, e i suoi artigli ZAC! lo infilzarono in men che non si dica.
Dentino era orgogliosissimo della sua caccia, e assaggiò il primo pesce della sua vita. Era BUONISSIMO, e l’aveva catturato tutto da solo!
Era tanto buono che ne mangiò tanti altri finchè si sentì finalmente sazio. Donte invece era abituato al pesce, che era uno dei suoi cibi preferiti.
Quando furono stanchi di mangiare e giocare, decisero che era arrivata l’ora di tornare alle grotte.

Lungo la strada cantavano tutti e quattro allegramente, quando sentirono dei passi pesanti dietro di loro (Tumpf….Tumpf… Tumpf…), e videro un’ombra che si avvicinava sempre di più veloce, minacciosa: era un Velociraptor.
I cuccioli iniziarono a correre a perdifiato: mamma che paura! erano spaventosissimi!
"Presto Dentino, per di qua!"
"Corri Trixi! Nascondiamoci là!"
"Vola Donte, tu puoi salvarti!" gridavano i cuccioli. 
Avevano sentito parlare di questi dinosauri dagli artigli terribili, ma non ne avevano mai visto uno in pelle ed ossa. E così grosso poi!
I quattro amici correvano più veloci che potevano, ma il velociraptor era più rapido di tutti, e Tumpf….Tumpf… Tumpf… li raggiunse in quattro balzi prima che potessero scappare.
Dentino si fermò con aria coraggiosa e affrontò il nemico:
“Io sono un T-Rex, e un tirannosauro non scappa mai di fronte a nessuno!” gridò pieno di collera verso l’affamato avversario.

“Ah!ah!ah!” rise quello prendendolo in giro. “Figuriamoci se mi spavento per un moccioso come te! Anche se sei un tirannosauro ti posso schiacciare con una sola zampata” e provò a tirar su la zampa per pestarlo.
Ma Dentino era più veloce, e riuscì a schivare la pedata.
Anzi, appena il velociraptor posò la zampaccia per terra, lui ci saltò sopra e gli fece un gran male, dandogli pure un morso sugli artigli con i suoi dentini aguzzi.
Trixi, Donte e Cornetto si erano nascosti dietro a delle grosse pietre e non osavano fiatare per la paura.
Ma gli sforzi di Dentino servirono a poco: il velociraptor era più affamato e arrabbiato di prima.
Buttò a terra Dentino con una lesta zampata, e stava quasi per mangiarselo quando…

Quando a Dentino venne un’idea:
“Aspetta!” gli gridò.
Il velociraptor, stupito, si fermò.
“Ho una proposta da farti, ma tu devi promettere di non mangiarci”
Quello rise ancora più forte, ma incuriosito chiese: “Sentiamo, quale sarebbe questa proposta?”
Dentino rispose “Ho scoperto un posto dove ci sono dei grossissimi pesci. Se hai fame, lì potrai trovare cibo in abbondanza e facile da catturare. Se invece mangi me, dopo dovrai vedertela con la mia mamma che non te la farà mica passare liscia”
La bestia si fermò: Dentino aveva ragione.
Mangiare un cucciolo di T-Rex era molto facile, ma poi i suoi genitori lo avrebbero cercato per vendicarsi. Inoltre il pesce era un cibo molto prelibato e nutriente…
Così decise di accettare il patto. "Affare fatto, l'idea non è tanto male anche se viene da un moscerino come te!" e promise di lasciarli salvi. In cambio Dentino gli spiegò come raggiungere il Fiume Azzurro.
“Bada però: se scoprirò che mi hai imbrogliato, tornerò a cercarti e allora non sarò più tanto comprensivo!” ringhiò il predatore prima di andarsene.
Poi, finalmente se ne andò.

C'è solo una soluzione: scappiamo!

“E adesso che facciamo?” bisbigliarono gli altre tre dinosauri uscendo dai loro nascondigli.
“C’è solo una soluzione: SCAPPIAMO!” propose Dentino, e tutti e tre si misero a correre verso casa, fra i cespugli e l’erba alta, e non si fermarono nemmeno per voltarsi indietro.
Donte invece volava sbattendo le sue alucce veloce veloce.
Erano quasi arrivati, quando sentirono dietro di loro i passi che conoscevano bene.
Tumpf….Tumpf… Tumpf…

“Eccovi qui”, disse il predatore, “avevate fretta di andarvene?”
I piccoli si strinsero uno vicino all’altro e lo guardarono spaventati.
“Vi ho cercato solo per ringraziarvi, amici! Mi avete fatto scoprire un posto speciale, e ogni volta che avrò voglia di pesce andrò lì. E adesso manterrò la mia promessa: andate, siete salvi”
Il velociraptor saltò via e sparì dalla loro vista.
I quattro amici non riuscirono a dire una parola per la paura: l’avevano scampata bella!

Quella sera Dentino raccontò alla mamma tutto quello che era successo.
Lei gli rispose: “Adesso Dentino hai imparato la lezione sulla tua pelle. Non è sicuro andare da soli nei posti sconosciuti: potreste incontrare dinosauri carnivori golosi di cuccioli, e se vi trovano da soli vi potrebbero mangiare in un solo boccone! E’ per questo che non dovete mai avventurarvi da soli fuori dal nostro giardino. Te lo ricorderai per la prossima volta?”
E dopo queste parole, Dentino, rasserenato, si addormentò felice e stanco, al sicuro fra le zampone della mamma.

Fiaba e testi: Rachele
Disegni: Stefano Pan